La presunzione non scatta per le prestazioni lavorative svolte nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un ordine professionale.
Il Ministero del Lavoro, con risposta all’interpello n. 16 del 26/06/2014, chiarisce il meccanismo presuntivo delle “false partite IVA” introdotto dalla Legge n. 92/2012.
Al fine di contrastare l’utilizzo “distorto” dello strumento delle c.d. partite IVA, scatta la presunzione secondo la quale è possibile ricondurre le prestazioni di lavoro autonomo nell’ambito del lavoro subordinato in presenza di determinati presupposti che facciano ipotizzare appunto che dietro la partita IVA si celi, in realtà, un rapporto di lavoro dipendente. Il Ministero nell’interpello ribadisce che la presunzione non opera in relazione “alle prestazioni lavorative svolte nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un ordine professionale, ovvero ad appositi registri, albi, ruoli o elenchi professionali qualificati e detta specifici requisiti e condizioni”.
Fonte: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale